Cervicale e Vertigini F-Medical Group Frosinone

Cervicale e Vertigini

INDICE

Introduzione

Hai mai avuto la sensazione di non riuscire a focalizzare l’ambiente in cui ti trovavi o di avvertire improvvisamente sbandamenti talmente fastidiosi da perdere l’equilibrio? Se la risposta è si, sapevi che la causa di tutto può essere la tua cervicale?

La colonna cervicale ha il compito, infatti, di sostenere la nostra testa; a causa dello stress, del dolore, di artrosi o di discopatie, ecco che tale funzione può diventare difficile da mantenere.

Come abbiamo già visto in altre pubblicazioni, sono molte le persone che soffrono di disturbi alla colonna cervicale: studi statistici hanno evidenziato che, circa la metà della popolazione mondiale, abbia sofferto nella sua vita di un dolore cervicale, noto tecnicamente con il nome di cervicalgia. La cervicalgia si manifesta solitamente con un generico dolore nella zona posteriore dell’occipite del collo, che può estendersi al di sopra delle spalle sui muscoli trapezi, fino alle braccia ed alle mani (cervico-brachialgia), oppure in altri casi si irradia sulla nuca e sulla fronte (cervico-cefalia). Colpisce tipicamente soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni e in prevalenza donne o chi svolge lavori sedentari dove è costretto a stare per lungo tempo davanti ad un computer. Può causare tensione muscolare, nausea, vomito, mal di testa, rigidità articolare, difficoltà di movimento del capo e del collo e formicolii alle braccia.

Ma sai qual è un altro dei sintomi più comunemente riferiti da chi soffre di un problema cervicale? Le VERTIGINI, purtroppo spesso invalidanti e difficili da gestire nella vita quotidiana.

Ma scopriamo insieme cosa intendiamo quando parliamo di vertigini.

Conosci la definizione di vertigini?

La parola “vertigini” riconosce una derivazione classica: origina dal verbo latino “vertere” che significa “girare”. E’ facile allora comprendere la definizione generica di vertigini: esse possono essere descritte come un’illusoria sensazione di movimento e di instabilità. Questa prima accezione, tuttavia, non è l’unica; molte sono infatti le possibili rappresentazioni di vertigini riferite da chi ne ha vissuto in prima persona almeno un episodio: ecco che le vertigini vengono ad essere descritte anche come una difficoltà temporanea di mantenimento dell’equilibrio, o come uno sbandamento o giramento di testa di varia intensità, oppure come una forma di confusione e disconnessione mentale rispetto all’ambiente esterno.

Malgrado non ci sia una definizione univoca, la cosa certa è che è possibile distinguere due grandi tipologie di vertigini:

  • Vertigine oggettiva: la persona ha la sensazione che siano gli oggetti esterni a muoversi e ruotare rispetto a se stesso;
  • Vertigine soggettiva: la persona ha la sensazione di ruotare o muoversi rispetto all’ambiente esterno.

Le vertigini possono comparire improvvisamente sia se il soggetto è in movimento, sia se è fermo o seduto, ma possono presentarsi anche in modo lento e graduale.

Nella maggioranza dei casi le vertigini sono sintomi temporanei di breve durata: tendono a scomparire dopo qualche secondo o pochi minuti. Tuttavia, a seconda delle cause che le hanno determinate, in alcuni casi possono perdurare per molto tempo (ore e anche giorni), possono divenire ricorrenti e richiedere, quindi, un intervento immediato per diminuire la frequenza degli episodi.

Per questo non sottovalutare mai la situazione qualora tu riconosca di soffrire di vertigini di causa cervicale perché potresti rischiare di aggravare l’intensità e la durata degli attacchi, con serie ripercussioni sulla tua vita di tutti i giorni.

vertigini medical group

Cosa dice la letteratura sulle vertigini da cervicale?

I primi studi presenti in letteratura scientifica, su una possibile correlazione tra la colonna cervicale (nello specifico traumi e dolori al collo) con le vertigini e l’equilibrio, risalgono addirittura al 1700 circa, ma non sono stati portati a termine e di fatto vengono considerati solo come studi sperimentali.

Per avere una prima vera e propria diagnosi medica di un problema caratterizzato da alterazione dell’equilibrio, capogiri e sbandamenti in pazienti con certificati disturbi cervicali, bisogna aspettare il 1955 con i medici Ryan e Coping.

La “nuova” sindrome da essi individuata venne definita “vertigine cervicogenica” o “vertigine cervicale”. In realtà i nomi utilizzati nel corso degli anni sono stati i più svariati: “sindrome delle vertigini cervicogeniche”, “vertigine propriocettiva”, “vertigine cervicale”, “sbandamento cervicale”, ad indicare la grande discussione che si è venuta a creare nella comunità scientifica nel cercare di dare una definizione condivisa della patologia studiata. Non sono ancora chiare le cause e l’eziopatogenesi della vertigine cervicogenica, e non è ancora del tutto nota la presenza di una connessione diretta tra il distretto cervicale e lo scatenarsi delle vertigini, ma molti professionisti riconoscono la frequente associazione dei due sintomi: dolore cervicale e vertigini.

In sintesi, la vertigine cervicale è ancora una patologia ignota per molti aspetti e il dibattito medico è ancora aperto a nuove interessanti scoperte!

Quali sono le cause di  vertigini da cervicale?

Come già detto in precedenza, non sono state individuate con chiarezza le reali cause delle vertigini da cervicale o vertigini cervicogeniche. Nonostante questo, le analisi condotte hanno evidenziato tre possibili dinamiche eziopatogenetiche:

  • Compressione vascolare: traumi cervicali locali, artrosi delle vertebre cervicali, errate manipolazioni del tratto cervicale, interventi chirurgici, possono provocare una compressione delle arterie cervicali e del collo con conseguente diminuzione del flusso sanguigno, del rifornimento di ossigeno e di nutrienti al circolo cervico-cerebrale. Questo può condurre ad un’alterazione di alcune funzioni cerebrali come la vista, l’udito e l’equilibrio (da qui la sensazione di capogiro e di movimento tipico delle vertigini). Studi rivelano che pazienti con artrosi cervicale e vertigini mostrano una minore velocità di flusso nell’arteria vertebrale durante la rotazione del collo, rispetto a pazienti con artrosi cervicale ma senza vertigini.

Alterazione propriocettiva: lo stato di continua tensione muscolare e rigidità articolare di capo e collo, che si instaura in caso di dolore cervicale, sono responsabili di un’alterazione della trasmissione delle informazioni propriocettive. Le suddette, in ogni singolo istante, sono ricevute dal nostro cervello attraverso recettori propriocettivi come i fusi neuromuscolari presenti all’interno dei muscoli o come i vestiboli dell’orecchio, il cervello spesso poi le elabora e le reinvia sotto forma di una risposta muscolare e posturale che consente ad ogni soggetto di mantenere il proprio equilibrio e di essere cosciente della propria posizione nello spazio circostante. Quando questi segnali sono alterati, ovvero si intrecciano tra loro e non vengono opportunamente processati dal nostro cervello, si ha una mancata percezione dell’ambiente esterno, del proprio corpo in relazione a tale ambiente e ciò provoca sensazione illusoria di movimento, quindi vertigini.

  • Attivazione del Sistema Nervoso Autonomo Simpatico: la degenerazione artrosica delle strutture cervicali o altre problematiche che interessano la colonna cervicale, possono condurre ad un’ irritazione delle fibre nervose simpatiche locali con conseguente eccessiva attivazione, sviluppo di alterazioni della pressione arteriosa per reazioni vasomotorie e comparsa di capogiri.

Ad esempio una patologia neurovascolare rara, riconducibile a questo meccanismo eziopatogenetico, è la sindrome di Neri-Barrè-Lieou, di difficile diagnosi e molto complessa: essa provoca mal di testa, dolore cervicale, vertigini, acufeni, dolore agli occhi, disturbi della memoria, ansia e depressione.

Possiamo allora riassumere le cause possibili di vertigini da cervicale con quelle di sotto elencate:

  • Artrosi cervicale
  • Discopatie (ernie o protrusioni)
  • Sindrome da dolore miofasciale: caratterizzata da dolore acuto dovuto alla presenza di trigger points attivi, ovvero di punti di dolore miofasciale, localizzati soprattutto sul muscolo trapezio. Colpisce tipicamente donne di 40-50 anni ed è stimato che, circa il 35% di coloro che ne soffrono manifestano episodi di vertigini.
  • Tensione muscolare
  • Rigidità muscolo-articolare
  • Traumi locali (colpo di frusta): circa il 50% delle persone che subiscono un trauma incidentale con colpo di frusta sviluppano vertigini dopo giorni dall’evento.
  • Infiammazione o stimolazione del nervo vago
  • Sindrome di Neri-Barrè-Lieou
  • Sindrome di Bow-Hunter: patologia dovuta all’occlusione dell’arteria vertebrale a livello dell’articolazione atlo-occipitale durante la rotazione del capo oltre i 45°. Comporta vertigini, cefalea, acufeni, disturbi visivi, disturbi di equilibrio che scompaiono quando la testa viene riportata in posizione neutra. Riguarda solitamente soggetti di età superiore ai 60 anni.
  • Interventi chirurgici locali
  • Errate manipolazioni vertebrali cervicali: RIVOLGITI SEMPRE A PERSONALE QUALIFICATO!

sintomatologia vertigini da cervicale medical group

Quali sintomi si associano alle vertigini da cervicale?

Purtroppo la non uniformità della comunità medica circa la definizione di un quadro clinico specifico della vertigine cervicale o vertigine cervicogenica non permette di parlare di una patologia con sintomi caratteristici sempre presenti. Detto questo, si preferisce parlare di spettro sintomatico e di “sindrome” quando si vuole indicare la vertigine cervicale, piuttosto che di una patologia.

Tuttavia, dall’ esperienza fino ad ora accumulata e dalle evidenze fino ad ora disponibili, è possibile stilare una lista di sintomi che comunemente tendono a presentarsi in associazione in coloro che si sospetta possano essere colpiti da vertigine cervicale:

  • Vertigini/sbandamenti
  • Problemi di equilibrio
  • Atassia (mancanza di coordinazione)
  • Difficoltà nel cammino
  • Instabilità posturale
  • Sensazione di fluttuare o galleggiare
  • Mal di testa
  • Disturbi dell’ATM (mandibola)
  • Dolore cervicale (al collo)
  • Rigidità articolare del capo e del collo
  • Dolore sulle spalle o nell’area dorso-scapolare
  • Difficoltà a dormire
  • Ansia e nervosismo
  • Disturbi visivi (difficoltà a mettere a fuoco)
  • Nausea
  • Sensazione di disconnessione o confusione mentale

Vi sono, poi, altri due sintomi che raramente si manifestano nei casi di vertigine cervicale e per questo, se presenti, è ancora più importante svolgere diagnosi differenziale considerando possibili cause provenienti dall’organo dell’orecchio (come vedremo):

  • Acufeni (tinnito)
  • Perdita dell’udito

Come riconoscere vertigini di  origine cervicale?

Se ci sono ancora domande a cui i professionisti stessi non sanno dare una risposta netta e valida, una tra queste è la prima che ti starai sicuramente ponendo: “Come posso io riconoscere se le vertigini di cui soffro dipendono dalla mia cervicale”?

Bene, cerchiamo di rispondere insieme a questo semplice ma logico quesito, focalizzando l’attenzione su un elemento chiave: nella vertigine cervicale o vertigine cervicogenica vi deve essere associazione e concomitanza, innanzitutto, tra dolore cervicale e vertigini.

Sembra ovvio, ma non è proprio così! Non si può, infatti, basare la diagnosi solo su tale fattore, proprio per l’imprevedibilità della manifestazione dei sintomi e soprattutto altre molteplici possibili cause che scatenano le vertigini.

Per questo è necessario osservare COME e QUANDO esse tendono a comparire e a scomparire.

  • COME? Iniziano improvvisamente o in modo graduale? Sono costanti o ad intervalli? Sono di elevata o bassa intensità? Come le descriveresti?

Le vertigini da cervicale sono nella maggioranza dei casi vertigini di tipo soggettivo, che possono comparire sia in modo progressivo che improvviso, hanno bassa intensità che tende a migliorare con il diminuire del dolore cervicale, sono di durata variabile (pochi minuti o ore), ma non è raro che la persona possa avvertire una costante sensazione di confusione o di ovattamento, spesso associato a cefalea muscolo-tensiva e nausea. Molte volte sono descritte con le seguenti espressioni: “mi sembra di galleggiare” o “ho la sensazione di stare su un barca in mare”.

  • QUANDO? Si presentano in movimento o a riposo? Cambiano con i movimenti del collo oppure questi non incidono sulla loro manifestazione?

Le vertigini da cervicale tendono a manifestarsi ed aggravarsi durante i movimenti del capo e del collo oppure se la testa viene mantenuta in posizione fissa per un tempo prolungato. Al contrario esse migliorano con il riposo oppure in posizione supina con il totale rilassamento dei muscoli cervicali.

come diagnosticare le vertigini da cervicale medical group

Come diagnosticare  le vertigini da cervicale?

Come già specificato, è difficile diagnosticare con accuratezza un caso di vertigine cervicale in quanto non esistono indagini specifiche di conferma; la diagnosi, infatti, è essenzialmente di esclusione di altre possibili cause di vertigini.

Ma allora cosa possiamo fare in caso di vertigini da cervicale? Innanzitutto non sottovalutare assolutamente il problema, ma rivolgersi immediatamente ad un medico specialista come il neurologo, neurochirurgo, ortopedico, fisiatra, otorinolaringoiatra, tutti professionisti a cui è possibile far riferimento in caso di sintomo “vertigini”:

  • Neurologo/neurochirurgo: per escludere patologie centrali o individuare ad esempio ernie cervicali
  • Ortopedico/fisiatra: per una valutazione generale dello stato del tratto cervicale della colonna
  • Otorinolaringoiatra: per escludere patologie originarie dell’orecchio come la labirintite

Quello su cui tutti concordano è che se le vertigini si manifestano in assenza di dolore cervicale o al collo, la diagnosi di vertigine cervicale NON deve essere considerata.

L’accertamento diagnostico è strettamente dipendente dall’anamnesi iniziale circa le modalità di presentazione dei sintomi tra cui le vertigini, la loro intensità, frequenza, eventuali fattori scatenanti o calmanti (come l’attività fisica, gli ambienti affollati o particolari movimenti), storia di pregressi traumi o patologie. Si prosegue poi con un esame obiettivo e con indagini sulla funzione vestibolare (analisi orecchio interno, test audiometrico ecc…) e nervosa (valutazione, TAC, RMN) che, qualora non rivelassero alterazioni, porterebbero a propendere per una diagnosi di vertigine da cervicale, solo se contemporaneamente è certificata una patologia cervicale.

L’esame obiettivo è comprensivo di osservazione, palpazione e test in compressione e trazione del tratto cervicale: se trazionando il collo le vertigini diminuiscono, allora con alta probabilità la cervicale contribuisce alla loro comparsa. Altro test che si può eseguire prevede di posizionare il paziente in piedi, con la testa in estensione, gli occhi chiusi, valutando eventuali ondeggiamenti del corpo e ripetendo poi lo stess test ad occhi aperti per individuare differenze. Ma specifichiamo, ancora, che si tratta di indagini non validate scientificamente.

Quando la colpa non è della cervicale: come fare diagnosi differenziale?

Ma quali sono altre possibili cause scatenanti vertigini con cui è necessario effettuare diagnosi differenziale? Vediamone alcune:

  • Patologie neurologiche
  • Patologie metaboliche
  • Patologie vestibolari
  • Patologie cardiovascolari
  • Patologie psicologiche (come stati ansiosi)
  • Effetto collaterale di assunzione di alcuni farmaci

E’ facile capire perché sia così controverso il percorso diagnostico di un caso di vertigine cervicale guardando quanto sia alto il margine di errore con malattie di diversa derivazione.

Più di tutte è necessario escludere le patologie vestibolari, le quali risultano essere le più diffuse nella popolazione e in cui solitamente le vertigini sono accompagnate da nistagmo (movimenti involontari ritmici oscillatori degli occhi). E’ il caso, ad esempio, della comune vertigine parossistica posizionale benigna, dovuta al distacco di cristalli di carbonato di calcio (i famosi “otoliti”) e al loro spostamento nei canali semicircolari dell’orecchio interno. In questo caso le vertigini sono di solito oggettive, molto forti, ricorrenti e brevi (solo qualche secondo o minuto); compaiono con movimenti specifici come sdraiarsi, girarsi da posizione supina, sedersi da una posizione distesa, girare o inclinare la testa da un lato; sono associate a nausea, vomito, difficoltà di equilibrio e nistagmo e non influiscono sull’udito.

Altra patologia da escludere è la labirintite (o otite interna), un’infiammazione del labirinto, una struttura dell’orecchio interno. Essa provoca vertigini acute, improvvise, intense, associate ad acufeni e riduzione dell’udito, che tendono comunque a risolversi nell’arco di due settimane se trattate.

L’orecchio può essere considerato colpevole anche nei casi di Sindrome di Menière, malattia dovuta all’accumulo di endolinfa nell’orecchio interno che genera vertigini, disequilibrio, disturbi dell’udito, nausea e vomito.

Tra le patologie neurologiche nominiamo gli attacchi ischemici in aree cerebrali responsabili del controllo dell’equilibrio e della propriocezione, i quali possono generare vertigini in associazione a disturbi motori e deficit sensitivi o della forza. Da considerare anche i casi di neurinoma dell’acustico, un tumore benigno dell’VIII nervo cranico che causa perdita progressiva dell’udito e può provocare vertigini croniche generalmente dopo mesi o anni, accompagnate da paralisi di altri nervi cranici.

Le patologie cardiovascolari comprendono tutte le alterazioni della circolazione arteriosa vertebro-basilare o carotidea dovuta ad aterosclerosi, trombosi, compressioni, disturbi della coagulazione, che esitano in un ridotto apporto di sangue e ossigeno al distretto cerebrale. In questo caso le vertigini sono spesso associate a disturbi della vista, mal di testa, sintomi neurologici e nell’anamnesi del paziente si evidenziano solitamente alcuni fattori come fumo, ipertensione arteriosa, colesterolo alto, diabete, problemi di peso ecc…

Vertigini da cervicale: quali sono i rimedi e le cure principali?

Come è possibile intervenire in caso di vertigini cervicogeniche? Per prima cosa è necessario conoscere alcuni semplici consigli utili da mettere in atto nel momento stesso in cui si verifica un attacco vertiginoso:

  • Non mettersi alla guida
  • Evitare luoghi affollati o caotici
  • Evitare il lavoro con macchinari (esempio operaio di linea)
  • Evitare movimenti improvvisi
  • Concentrarsi su oggetti immobili
  • Cercare di riposare o sdraiarsi per rilassare il tratto cervicale
  • Eseguire dei respiri profondi

Si possono poi seguire dei semplici accorgimenti per evitare lo scatenamento o il peggioramento delle vertigini:

  • Seguire un’alimentazione sana e bilanciata (evitare alcool, caffeina ed eccesso di zuccheri)
  • Evitare di fumare (il tabacco aggrava le vertigini)
  • Evitare la posizione della testa protesa in avanti
  • Eseguire regolare esercizio fisico
  • Non praticare alcuno sport da contatto oppure il nuoto che richiede continui movimenti del capo
  • Indossare un collare morbido in caso di trauma cervicale (solo nei primi giorni e per un massimo di 2 ore al giorno)

Tuttavia, per cercare una risoluzione definitiva degli attacchi, è opportuno iniziare un percorso terapeutico mirato, il quale prevede sia rimedi naturali, sia cure farmacologiche che trattamenti fisioterapici conservativi effettuabili presso l’F-Medical Group di Frosinone

I rimedi naturali comprendono:

  • Applicazioni caldo/freddo: applicare una bustina di ghiaccio avvolta in un panno di cotone per 2-3 minuti nella zona cervicale, sostituita poi con docce o impacchi di acqua calda.

rimedi vertigini da cervicale cervicale medical group

  • Bagni con acqua al rosmarino o alla lavanda, sostanze ad azione antinfiammatoria.
  • Assunzione di zenzero (esempio sotto forma di infusi), consigliato la mattina.
  • Assunzione di Ginko Biloba (mediante compresse o infusi), principio che migliora la circolazione cerebrale (può interagire con alcuni farmaci per cui sarebbe opportuno consultare un medico prima di prenderlo)
  • Infusi di camomilla e menta, che alleviano vertigini, nausea e vomito.
  • Infusi di vite rossa, che ha la stessa proprietà del Ginko Biloba ed è utile anche contro mal di testa e nausea.
  • Integrazione di Vitamina B6 con cibi (banane, patate, aglio, spinaci ecc…) o compresse. Tale vitamina aiuta a migliorare l’equilibrio energetico corporeo, il rendimento muscolare, lo stato delle nostra ossa, gli stati emotivi e la nausea o vomito.

Solo dopo aver ottenuto specifica prescrizione medica, è possibile ricorrere anche all’utilizzo di farmaci, utili soprattutto in fase acuta, come:

  • Antinfiammatori non steroidei (FANS)
  • Cortisonici
  • Miorilassanti
  • Anti-istaminici
  • Anti-colinergici
  • Antiemetici

Quando si è ottenuta una prima stabilizzazione dei sintomi, è opportuno iniziare dei trattamenti fisioterapici che siano volti anche alla risoluzione del dolore cervicale.

In una fase acuta iniziale è sconsigliato eseguire sedute fisioterapiche.

Esse prevedono l’esecuzione di diverse metodiche, tra cui:

  • Terapie strumentali (Laser, Tecarterapia ecc…)
  • Terapie manuali (Massoterapia, Pompage, Mobilizzazioni)
  • Sedute di Osteopatia
  • Chinesiterapia (esercizi di stretching e di mobilità del tratto cervicale)
  • Rieducazione posturale (se si riconoscono alterazioni posturali come fattore causativo)
  • Rieducazione vestibolare (esercizi per il miglioramento delle capacità coordinative e di equilibrio)

terapia cervicale cervicale medical group

È IMPORTANTE ESEGUIRE SEMPRE UN GIUSTO TRATTAMENTO FISIOTERAPICO E RIABILITATIVO, INFATTI LA FILOSOFIA DI CURA DEL NOSTRO CENTRO È SUDDIVISA IN 5 FASI, DANDO PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA PROGRESSIONE DEI CARICHI E RIDUCENDO AL MINIMO EVENTUALI RICADUTE.

FASE 1 – Riduzione del dolore e dell’infiammazione

Ove prescritto sarà bene assumere antidolorifici, come il paracetamolo o in casi gravi analgesici oppiacei e quindi procedere in un primo intervento fisioterapico che, attraverso l’utilizzo di macchinari quali ad esempio Tecar, Laser e Tens, veicolerà la prima fase terapeutica alla riduzione della sintomatologia dolorosa, infiammatoria e del gonfiore

TRA LA FASE 1 E LA FASE 2 – Idrokinesi Terapia

Contemporaneamente alla Fase 1 e 2 è possibile effettuare sedute di IDROKINESI TERAPIA che risulta essere particolarmente efficace ai fini del recupero del movimento e della riduzione dell’ipomobilità (causata dalla sintomatologia dolorosa). Questa particolare metodica è basata sul movimento terapeutico in acqua la quale consente il rilassamento muscolare e il sollievo del dolore favorendo l’esecuzione dei movimenti e del corretto lavoro muscolare in assenza di gravità.

FASE 2 – Recupero dell’articolarità e della flessibilità

Attraverso questa fase si punta a raggiungere un completo range articolare e a ripristinare i movimenti essenziali per la vita quotidiana

FASE 3 – Recupero della forza e della resistenza muscolare

Durante la 3° fase si ripristinano le condizioni ideali affinché i muscoli riescano a sostenere in modo più adeguato la struttura ossea e corporea onde evitare recidive.

FASE 4 – Recupero della coordinazione

L’obiettivo di questa fase è rendere più automatici ed economici i gesti al fine di aiutare i pazienti a non compromettere ulteriormente la situazione.

FASE 5 – Recupero della gestualità

Si aiuterà in questa fase a recuperare, in tutta sicurezza, le normali gestualità della vita attiva e per l’atleta, il recupero del gesto tecnico sport specifico.

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